Binge drinking, spuntini conditi da un bicchiere ad alto tasso alcolico, aperitivi ed happy hour: l’alcol è in aumento tra le donne e l’allarme scatta, fotografando l’istantanea di una realtà sociale in netto e drastico cambiamento. Una ricerca ha analizzato i comportamenti di uomini e donne, verificando che, ben lungi dal seguire le corrette norme di una dieta mediterranea, sono in molti ad attuare uno stile di vita terribilmente simile al modello europeo, soprattutto tra il sesso femminile. L’abuso di alcol e il binge drinking causano ansia e depressione senza contare le imponenti conseguenze a livello fisico nei termini di salute della pelle, del tono muscolare, della resa sul lavoro nonché dell’umore. Il consumo fuori pasto ha riguardato il 22,8% delle femmine tra gli 11 ed i 25 anni e mostra un incredibile aumento anche il numero di alcoldipendenti. Negli ultimi anni il binge drinking, l’abitudine al cicchetto, è diventato un vero e proprio fenomeno sociale e psicologico, tanto che secondo alcune indagini l’eccesso di alcol potrebbe provocare alterazioni dell’apparato celebrale di tipo permanente.
Se i vizi di gioventù si devono scontare in futuro (almeno così si dice) non sembrano affatto pensare al domani le donne, sempre più numerose, che hanno ormai preso come abitudine e stile di vita l’abitudine al bicchiere sempre pieno.
Non parliamo della modica e salutare quantità di ottimo vino consigliata anche dai principi di una corretta alimentazione, bensì dell’assunzione di alcol, cronica, endemica e sempre più influenzata da un modello nord europeo, a scapito di quello mediterraneo.
Il consumo di bevande alcoliche fuori dai pasti e la tendenza al binge drinking sono tra i comportamenti a rischio oggi più diffusi: l’allarme scatta anche per l’Italia, che evidenzia sempre più donne coinvolte.
La settima Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in materia di alcol è stata trasmessa dal Ministero della Salute ai Presidenti di Camera e Senato lo scorso dicembre e oggi le osservazioni rese note dall’indagine emergono, dense di interrogativi e riflessioni.
Il binge drinking segna una vera e propria abitudine: si attesta come pratica diffusa dai 18 ai 24 anni e tra i giovani adulti dai 25 ai 44 anni.
Nel 2009 la problematica ha riguardato circa il 3,1% delle donne, ma la categoria mostra dati in continuo aumento, così come ha evidenziato preoccupanti numeri la percentuale riguardante i minori di 16 anni, di cui si ha riscontro per quasi il 20%.
Il consumo fuori pasto ha riguardato il 22,8% delle femmine tra gli 11 ed i 25 anni e mostra un incredibile aumento anche il numero di alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici, con un incremento della percentuale di giovani sotto i 30 anni.
In aumento anche gli incidenti stradali causati da ebbrezza da alcol, anche se, tra i dati positivi, si segnala un calo del tasso nazionale di mortalità a causa di cirrosi epatica, nonché un minor riscontro di ricoveri ospedalieri per patologie correlate al consumo di alcolici.
Certamente, esulando dai numeri, alcune riflessioni si impongono: in questi ritmi di vita sempre più disegnati sulla logica di un tour de force spesso castrante, quanto l’alcol viene utilizzato per assaporare un piacevole momento di relax e quanto di frequente diviene la pericolosa valvola di sfogo per evadere dai meccanismi schiaccianti di una gabbia quotidiana sempre più opprimente?
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