Carenza di vitamina D: sintomi, rimedi e cosa mangiare

Carenza di vitamina D, sintomi, rimedi e cosa mangiare
Carenza di vitamina D, sintomi, rimedi e cosa mangiare

Diversi sono i sintomi e i rimedi per la carenza di vitamina D. Ma, cosa magiare per assicurarsene il giusto apporto? La vitamina D è fondamentale per le donne, perché aiuta a prevenire il rischio di osteoporosi. Non solo, la carenza di vitamina D può determinare effetti negativi su muscoli e sistema immunitario, ma anche aumentare l’insorgenza di patologie cardiovascolari. Una fonte preziosa, insomma, ma come fare a garantirsela?

A cosa serve la vitamina D

Oltre ad avere un ruolo fondamentale nella mineralizzazione delle ossa e nella prevenzione di tutte le malattie legate al sistema scheletrico, come l’osteoporosi, la vitamina D ha anche un ruolo fondamentale nell’assorbimento di altri minerali in particolare il calcio ed il fosforo. Inoltre, numerosi studi hanno messo in evidenza il ruolo che la vitamina D può avere nel ridurre il rischio di malattie croniche tra le quali troviamo anche neoplasie, le malattie immunitarie, le malattie infettive e le patologie cardiovascolari. Si è osservato che, persino alcune forme depressive, possono essere legate alla carenza della vitamina D. L’apporto consigliato di vitamina D aumenta con l’età: in particolare passa dalle 200 unità al giorno, fino ai 50 anni, alle 400-600 unità per gli ultra cinquantenni. Per assicurarsi una buona sintesi di vitamina D è necessario anche esporsi ogni giorno per almeno 20 minuti alla luce solare, anche utilizzando una comune crema abbronzante (che non ostacola la sintesi della vitamina). La carenza di vitamina D si diagnostica con un esame del sangue e, per prevenirla, oltre che l’esposizione solare, occorre assumere gli alimenti adeguati o, al limite, gli specifici integratori. Per quanto riguarda i sintomi, invece, sicuramente il dolore osseo e la debolezza muscolare sono i più comuni.

Carenza di vitamina D: cosa mangiare in questi casi

Buone fonti alimentari di vitamina D sono: fegato, tuorlo d’uovo, latte, burro ed oli di pesce. Una maggiore integrazione di vitamina D è generalmente raccomandata durante la gravidanza e l’allattamento, ai lattanti nutriti con latte materno (quello artificiale ne è arricchito artificialmente) e talvolta ai bambini ed ai ragazzi. Va anche ricordato che, comunque, un’assunzione elevata di questa vitamina può generare fenomeni di tossicità, per cui prima di assumere integratori specifici è importante consultare il medico. I rischi di un sovradosaggio includono: mineralizzazione di tessuti non ossei con calcificazioni diffuse degli organi, contrazioni e spasmi muscolari accompagnati a vomito, diarrea e mal di testa.

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