Cosa mangiare con il diabete: dieta e consigli per stare bene

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Cosa bisogna mangiare con il diabete? Ecco qualche consiglio per una dieta equilibrata e sana per chi soffre di questa patologia. Il cibo immesso nell’organismo provoca una variazione dei livelli di glucosio nel sangue, per questo chi soffre di diabete deve essere particolarmente attento alla scelta della corretta alimentazione, in grado di garantire benessere e salute. Ovviamente il vostro medico di fiducia, congiuntamente al team del centro antidiabetico a voi più vicino, lavorerà per darvi le norme corrette per una dieta in grado di prevenire l’eccessiva glicemia e al tempo stesso abile a gratificare il palato. Nel frattempo ecco le strategie per chi si trova a fare i conti con il diabete.

Se siete vegetariani è importante seguire una dieta veg equilibrata, invece chi non lo è potrà assaporare carne e pesce, non senza uno sguardo d’attenzione alla composizione dei piatti, spesso ricchi di nemici ben nascosti sotto mentite spoglie.

La persona afflitta da diabete necessita dello stesso apporto calorico giornaliero rispetto alla dieta dei soggetti sani, tuttavia è bene ricordare che alimenti come il saccarosio si trovano nei cibi talvolta più impensati, come sughi a base di pomodoro o pane bianco, dunque prestate attenzione. E imparate a leggere l’etichetta!

Già da diversi anni l’American Diabetes Association stila una lista di linee guida nutrizionali, costantemente aggiornate, per mettere in rilievo l’importanza della terapia nutrizionale.

‘Fino a pochi anni or sono, per curare il diabete di tipo 2 venivano proibiti i dolci, oggi invece il diabete si cura con una alimentazione sana’ spiega il dr. Antonio Cimino’. Non sono mai stati spiegati del tutto gli effetti degli edulcoranti senza zucchero sull’organismo: il saccarosio non è necessariamente un nemico, imparate a limitarne l’utilizzo e qualche volta, semplicemente sperimentatene l’assenza. Anche il classico caffé non zucchero non è un’impresa impossibile, bensì soltanto questione d’abitudine.

Una dieta corretta dovrà includere tutte le classi di nutrienti e dovrà ripartire le calorie: non evitate una cena o un aperitivo con gli amici ma ricordate il controllo metabolico. L’importante è modificare le quantità, assaggiando di tutto pochissimo.

Ridurre il contenuto di sale nei pasti provoca un abbassamento della pressione e riduce il rischio cardiovascolare: un’ottima regola valida per tutti.

Spesso chi soffre di diabete si preoccupa dei primi piatti, tuttavia è bene osservare con attenzione anche il contenuto dei secondi, scegliendo quelli meno ricchi di grassi e, soprattutto, alternando carne rossa, carne bianca, formaggio e pesce.

Evitate o riducete fortemente l’apporto di zucchero, miele, prodotti dolciari raffinati ad alto contenuto glucidico e lipidico quali i dolci preconfezionati e industriali, crackers, grissini, frutta secca e succhi di frutta.

Se soffrite di diabete potete cucinare primi piatti semplici, per esempio pasta o riso, di preferenza integrali, insieme a una salsa di pomodoro, tonno o verdure: non consumate mai durante lo stesso pasto due alimenti amidacei come pane e pasta, oppure pane e riso, pizza e pasta.

Di norma i pasti dovrebbero essere distanziati di 4 o 5 ore, in modo che l’insulina possa avere il tempo di lavorare sul glucosio introdotto con ogni pasto: evitate di rimanere a digiuno per oltre 5 ore.

Non esagerate con frutta, specie se zuccherina, pane, cereali e pasta: potete assaggiare anche i cibi contenenti zucchero ma fate in modo di non esagerare.

Alcuni cibi contengono le proteine come la carne, le uova, il latte e il formaggio. Questi tipi di cibo richiedono un tempo di assimilazione leggermente maggiore perché le proteine in essi contenute siano convertite in glucosio.

I grassi monoinsaturi si presentano come liquidi, ad esempio, l’olio di oliva. I grassi polinsaturi si trovano in altri liquidi complessi, come olio di mais e olio di girasole, mentre i grassi saturi sono normalmente solidi a temperatura ambiente e si trovano nel burro e nella carne rossa: da questi cibi dovrebbe provenire una dose inferiore al 10% del totale delle calorie quotidiane.

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