Tra i tanti tipi di disturbi dell’umore, forse il meno conosciuto è il disturbo bipolare, una condizione molto delicata e controversa che può compromettere fortemente la vita di chi ne è affetto. Si tratta di una condizione che vede l’alternarsi ciclico di momenti di massima euforia, detti fase maniacale, a momenti di profonda caduta in fase di depressione. Non è una condizione di facile diagnosi, pur interessando all’incirca 800-900 mila persone, in quanto viene sia spesso confuso con altre patologie, sia mal accettato dai pazienti perché patologia psichiatrica.
Ci sono però diversi motivi per cui i malati hanno seri problemi ad accettare questa diagnosi. Come spiega il direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano, il dottor Mencacci, nella fase maniacale niente fa più paura: sesso senza precauzioni, gioco d’azzardo, acquisti irresponsabili. Non si avverte più il bisogno di dormire e mangiare. E, mentre calano le capacità cognitive e di concentrazione, ci si sente superiori, padroni del mondo. Chi tenta di porre ostacoli alla realizzazione dei desideri, anche i più folli, viene visto come un nemico da aggredire. E nei casi di mania più gravi si rende addirittura necessario il ricovero. A chi, però, non piacerebbe sentirsi padrone del mondo? Passare qualche giorno da leone? Ecco perché questi pazienti sono difficili da agganciare.
Il che significa che questi pazienti sono assolutamente convinti di stare bene e si sentono benissimo pur correndo il rischio di procurarsi seri danni vista la loro eccessiva sicurezza di sé in tantissimi campi. Il problema più devastante, però, è che in tempi rapidi dalla fase di massima euforia si passa a quella della depressione, durante la quale il paziente si rinchiude in casa, perde l’autostima e inizia a sentirsi in colpa per tutto quello che ha fatto precedentemente. In questa fase, inoltre, il rischio di suicidio aumenta in modo esponenziale.
La cosa da sapere, però, è che una volta posta una corretta diagnosi esiste una terapia. Tra i farmaci più usati e con maggiore successo il litio ha un ruolo importante in quanto funziona bene nella fase ipomaniacale, anche se non benissimo in in quella depressiva. Più indicato è l’uso di farmaci stabilizzatori dell’umore, nati come anticonvulsivanti o gli antipsicotici atipici. Oltre ai presidi puramente farmacologici, inoltre, esistono altre forme di terapia come la psicoeducazione dei familiari o la psicoterapia che coinvolge tutte le persone che ruotano intorno al paziente.
Vero è che nonostante le cure finora utilizzate, difficilmente il paziente riesce a guarire completamente e spesso la terapia deve essere protratta per tutta la vita. L’importante però è non trascurare i sintomi per non avere ripercussioni spiacevoli.
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