Il sale crea dipendenza esattamente come fosse una droga. La scoperta giunge da un gruppo di ricercatori americani e australiani che hanno pubblicato uno studio su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Secondo i ricercatori del Florey Neuroscience Institute di Melbourne (Australia) e del Medical Center della Duke University a Durham (Usa) il sale agisce sul cervello esattamente come le droghe.
Gli scienziati sono giunti a questa conclusione dopo avere osservato il comportamento di alcuni topi su cui è stato condotto l’esperimento. In particolare ad alcuni topi è stata fatta seguire una dieta iposodica, ad altri una ricca di sale, in questi ultimi era evidente come l’attività cerebrale si modificasse. Il processo avveniva in soli 10 minuti e attivava gli stessi geni coinvolti dall’azione degli oppiacei come, per esempio, la cocaina o l’eroina. Ciò spiegherebbe, secondo gli scienziati, l’attrazione nei confronti dei cibi salati e quanto è difficile farne a meno una volta introdotti nella nostra dieta.
Secondo gli esperti il bisogno di sale chiede di essere soddisfatto in tempi rapidissimi perché gli animali, che traggono il minerale dall’acqua, non possono restare troppo tempo a bere per non esporsi all’attacco dei predatori. Quindi, secondo gli scienziati, l’importanza del sale nell’alimentazione umana affonda le sue radici in un istinto antico profondamente radicato nel cervello.
L’ uomo ha bisogno di sale per aiutare i fluidi a passare attraverso il corpo, ma consumarne troppo contribuisce ad aumentare i livelli della pressione arteriosa, espondoci a malattie cardiache e ad altri problemi di salute.
Gli autori della ricerca suggeriscono, a fronte delle raccomandazioni dall’assumere poco sale nella dieta, di non privarsene completamente per non escludere l’equilibrio tra minerali nel corpo e per non rinunciare ad un piccolo piacere.
Senza sale, i cibi ci risulterebbero quasi insopportabili al gusto. Il motivo? Semplice: il sapore salato è uno dei 5 gusti primari che la lingua umana può individuare (insieme con l’amaro, il dolce, l’acido).
Non solo: aggiungere il sale ai cibi li rende più buoni al gusto perché aiuta alcune molecole di questi alimenti a rilasciarsi nell’aria più facilmente, esaltandone quindi l’aroma, indispensabile per la nostra percezione dei gusti. E infine: il sale compensa l’acidità dei cibi, l’attenua (avete mai provato a metterne qualche granello su uno spicchio di pompelmo o di limone?).