E’ tempo di sole e tra poco anche di mare! Molti sono gli italiani che preferiscono arrivare con un colorito più dorato alla spiaggia o che non amano sfoggiare i capi più leggeri con il loro ‘bianco’ naturale. La soluzione in entrambi i casi è sempre la stessa: ricorrere all’abbronzatura artificiale delle lampade abbronzanti. Si tratta di una materia di cui si conosce poco, soprattutto in termini di pericolosità per la salute, e questo, talvolta, permette anche agli addetti ai lavori, di speculare sensibilmente. A rivelarlo, una recente inchiesta di Altroconsumo, che ha visitato anonimamente 50 centri abbronzanti in 8 grandi città italiane (Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma, Palermo, Torino, Venezia).
Le finte clienti hanno verificato il comportamento, le informazioni e i consigli forniti dal personale che lavorava nei solarium e il risultato non è stato positivo: pochissimi chiedono ai clienti se stanno assumendo farmaci, se prendono la pillola, se utilizzano cosmetici e quasi nessuno si informa sul grado di sensibilità della pelle al sole o sconsiglia ai minori di esporsi ai raggi. Inoltre, solo la metà dei centri, fornisce gli appositi occhialini indispensabili per proteggere gli occhi. Va anche ricordato che, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, ha recentemente ribadito come i danni da esposizione ai raggi delle lampade solari siano maggiori per i minori e si traducano in una maggiore possibilità di sviluppare tumori a livello cutaneo in età adulta. Sono queste e più le motivazioni che hanno spinto anche l’Italia, dopo Stati Uniti e Inghilterra, a disciplinare per legge il settore dell’abbronzatura artificiale.
Il decreto legislativo in questione (che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro fine mese) elenca le attrezzature che possono essere adoperate nei centri estetici e una serie di divieti tra cui quello di non esporre alle lampade solari i minori di 18 anni, le donne in stato di gravidanza, le persone che soffrono o hanno sofferto di neoplasie acute e quelle che non si abbronzano o che si scottano facilmente al sole. Inoltre, è previsto anche che, nei centri estetici, dovranno essere esposti cartelli ben visibili dove si sconsigliano le lampade alle persone con la pelle chiara, con lentiggini e nei e con una storia familiare di tumori alla pelle. Ancora, bisognerà informare la clientela del fatto che i raggi delle lampade possono interagire con l’uso di alcuni cosmetici e di diversi farmaci. Purtroppo, la portata innovatrice del decreto, è smorzata dal fatto che, non prevedendosi sanzioni per i centri che non le rispettano, si tratta più di indicazioni che di regole vere e proprie. Si spera, almeno, che il decreto abbia una sicura portata informativa di tutti i rischi e le controindicazioni dell’uso delle lampade abbronzanti.
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