Italiani popolo di pigroni? Sembrerebbe proprio di sì, almeno per quanto riguarda la prevenzione delle malattie croniche. Il luogo comune presta il fianco alla nuova ricerca della London School of Economics sui servizi sanitari. Secondo i ricercatori, gli abitanti del belpaese vivono una contraddizione in termini: da un lato sono angosciati e spaventati all’idea di potersi ammalare, dall’altro continuano indisturbati nelle proprie cattive abitudini di vita. Scarsissima attività fisica, tante sigarette e una gran quantità di alcol: nulla riesce a far abbandonare i vizi, neppure la diffusa paura delle malattie croniche.
Una condizione psicologica condivisa dalla stragrande maggioranza degli intervistati, considerato che 9 su 10 temono per la propria salute, soprattutto nel lungo periodo. Quali sono le malattie che creano tanta ansia è presto detto: in testa troviamo il tumore, 37%, mentre in coda c’è il diabete e i disturbi cardiaci, 5%. Il divario tra comportamenti e percezione dei rischi è, dunque, davvero profondo. Lo studio ‘Bupa Health Pulse 2010’ è stato condotto su 12mila italiani, la maggior parte dei quali con residenza all’estero. ‘Sembriamo essere consapevoli della diffusione delle malattie croniche nella società, ma non facciamo abbastanza per ridurre il rischio di sviluppare una condizione patologica a lungo termine’ dichiara Sneh Khemka, direttore di Bupa International. Una forma di pigrizia che rasenta la rassegnazione: pochi hanno il coraggio e la forza di smettere di fumare e praticare attività fisica.
I dati che più preoccupano, infatti, sono proprio quelli legati allo sport: più della metà del campione (54%) dedica al fitness solo un’ora a settimana, o anche meno. Il 71% beve abitualmente bevande alcoliche mentre il 30% fuma tabacco. Un altro elemento interessante emerso dalla ricerca è appunto quello della percezione del cancro. Molto più temuto dei problemi cardiovascolari che in realtà mietono numerose vittime. I medici della London School of Economics, infine, mettono in luce i due più grandi ostacoli alla corretta prevenzione delle malattie croniche, le quali sono la causa del 60% di tutti i decessi del mondo. Secondo gli intervistati, non si modificano gli stili di vita sbagliati per mancanza di tempo(30%) e di motivazione (17%).
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