Rosolia: sintomi, cura e contagio

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Quali sono i sintomi della rosolia? Come si cura e come avviene il contagio? La rosolia è un’infezione che colpisce la pelle ed è causata da un virus simile a quello del morbillo. Insieme a questo, alla varicella e alla sesta malattia, rientra tra le cosiddette “malattie esantematiche” che, una volta prese, forniscono gli anticorpi necessari alla difesa per tutta la vita. Questa malattia può essere particolarmente rischiosa in gravidanza, perché può essere trasmessa dalla mamma al feto attraverso il sangue. Ma, quali sono i sintomi da cui riconoscerla?

Sintomi

Sintomi della rosolia possono essere: febbre lieve (37-38 °C), gonfiore ai linfonodi del collo, eruzione cutanea caratteristica (che si diffonde dall’alto in basso del corpo). Queste eruzione è un’infiammazione di colore rosa o rosso, i cui punti possono fondersi per formare delle macchie uniformemente colorate. Di solito dura fino a tre giorni e provoca anche parecchio prurito. Tra gli altri sintomi possibili: mal di testa, inappetenza, congiuntivite e dolore e gonfiore delle articolazioni. Si ricorda, infine, che in alcuni casi la rosolia è asintomatica e quindi non comporta manifestazioni particolari.

Contagio

La rosolia si trasmette attraverso le piccole goccioline di liquido o di saliva che fuoriescono dal naso o dalla bocca. E’ importante anche ricordare che chi è stato infettato, pur non manifestando ancora i sintomi, può comunque trasmettere il virus.

Cura

In questi casi non vanno somministrati degli antibiotici, perché si tratta di un’infezione virale. Generalmente, la rosolia guarisce spontaneamente, senza bisogno di cure particolari. Degli antifebbrili vanno somministrati solo in caso di temperatura molto alta. I sintomi sono particolarmente lievi anche nei bambini, mentre è necessario che le donne in stato di gravidanza contattino subito il medico al manifestarsi degli stessi. In questi casi, infatti, è possibile che la rosolia passi al nascituro determinando la sindrome congenita della rosolia, con conseguenze potenzialmente molto dannose per il feto in via di sviluppo (ritardo della crescita, ritardo mentale, malformazioni del cuore, cecità, sordità e problemi ad altri organi). Comunque, è possibile verificare l’immunità della madre alla rosolia con il cosiddetto rubeotest, da eseguire prima dell’avvio della gravidanza. A scopo preventivo, infine, è possibile il vaccino, che viene somministrato di solito dai 12 ai 15 mesi come parte dell’immunizzazione morbillo-parotite-rosolia. Una seconda dose del vaccino è generalmente data tra i 4 ai 6 anni di età del bambino. Nelle donne adulte il vaccino può essere somministrato almeno un mese prima della gravidanza.

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