Nel futuro basterà guardarsi allo specchio per sapere se stiamo bene? Il Massachusetts Institute of Technology di Boston ha inventato un nuovo dispositivo, che in futuro potrebbe cambiare il concetto di screening quotidiano. I ricercatori hanno messo a punto uno specchio dotato di webcam, che percepisce l’onda del flusso di sangue pompato dal cuore monitorando a distanza la luce riflessa dalla pelle del volto e dunque valutando il nostro stato di salute.
Alcuni ricercatori del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, hanno sviluppato una tecnologia studiata per per percepire l’onda di flusso del sangue pompato dal cuore nel circolo sanguigno, valutando a distanza la luce riflessa dalla pelle del volto, luce che si muove in sincronia con le variazioni trasmesse dall’onda pressoria.
Sviluppato al Massachusetts Institute of Technology di Boston, questo speciale specchio ci dirà se stiamo bene leggendo a distanza i principali parametri vitali, dal ritmo cardiaco alla concentrazione di ossigeno nel sangue.
La pelle è densamente irrorata di vasi sanguigni e da sempre le sue variazioni di colore costituiscono uno dei sintomi più evidenti per valutare la stato di salute di qualcuno, attraverso il pallore o meno.
Jannis Pavlidis dell’ Università di Houston nel 2007 aveva sviluppato un metodo di analisi termica della cute facciale a raggi infrarossi per pazienti psicologicamente disturbati che rifiutavano il contatto con strumenti anche minimamente invasivi come l’elettrocardiogramma.
Questo sistema aveva dato buoni risultati, tuttavia si era dimostrato eccessivamente costoso: oggi il nuovo metodo sviluppato al Mit appare economico, pratico e ugualmente attendibile.
Lo studio è stato condotto su 12 soggetti che si sono guardati nello schermo di un computer trasformato in specchio virtuale tramite una web-cam.
‘Se veramente gli sviluppi dello strumento lo renderanno un giorno un’alternativa all’elettrocardiogramma sarà un grande vantaggio, per esempio, per i bambini irrequieti, o per i parkinsoniani che tremano‘ ha commentato il cardiologo Leopoldo Ravizza, della Casa di Cura Dezza del Policlinico di Milano.
Non resta che specchiarsi, dunque? Secondo lo psichiatra Costanzo Gala, dell’ospedale San Paolo di Milano l’idea intrigante appare intrigante dal punto di vista della prevenzione, tuttavia espone al rischio di scatenare fobie latenti in soggetti predisposti: ‘Nei dismorfofobici, ad esempio, può alimentare la loro sindrome da bruttezza immaginaria, la cosiddetta dismorfofobia. Questi soggetti continuano a guardarsi allo specchio alla ricerca di difetti immaginari e lo specchio virtuale potrebbe diventare un’ irresistibile calamita, mentre qualsiasi errore tecnico di rilevamento si trasformerebbe in un boomerang: non arriva abbastanza sangue in testa, ecco perché mi stanno cadendo i capelli… Anche ipocondriaci, eritrofobici, chi teme di arrossire e ansiosi troverebbero conferma alle loro ossessioni diventando specchio-dipendenti e assediando poi il medico con dati che in realtà avrebbero mal interpretato’.
Specchio delle mie brame… rimani dove sei.
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