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Tumore alle ovaie: sintomi, cause e cura

I sintomi e le cause del tumore alle ovaie sono diversi. Esiste una cura in questi casi? Il tumore alle ovaie, come tutte le altre forme di cancro, si forma quando viene ad alterarsi il normale processo di rigenerazione cellulare. Normalmente, infatti, le cellule crescono e si dividono per formarne delle nuove, che prendono il posto di quelle che muoiono. A volte, però, questo processo subisce delle anomalie e nuove cellule si formano quando il corpo non ne ha bisogno e quelle vecchie non muoiono quando dovrebbero. In questo modo, apparentemente semplice, si forma una nuova massa tumorale. Fortunatamente, alcune di esse, sono benigne. Ma, quali sono i sintomi del tumore alle ovaie?

Sintomi

In fase iniziale il tumore alle ovaie può non avere sintomi. Quando si manifestano, essi sono per lo più: senso di pressione o dolore all’addome, dolore nella zona pelvica, dolore alla schiena e alle gambe, pancia gonfia, nausea, difficoltà nella digestione, alterazioni del ciclo mestruale, dismenorrea, dolore durante i rapporti sessuali, perdite dopo la menopausa, irsutismo, meteorismo intestinale, aerofagia, stitichezza, diarrea e stanchezza cronica. Altri sintomi possono essere: respiro affannoso, minzione frequente o sensazione di aver bisogno di urinare spesso e insolito sanguinamento vaginale. I sintomi, anche iniziali, comunque, dipendono anche dal fatto che il tumore si sia o meno esteso ad organi limitrofi, come all’utero.

Cause

Più che di cause, in questi casi è meglio parlare di fattori di rischio, cioè di fattori che aumentano le probabilità di contrare il cancro delle ovaie. Essi sono: la genetica e la familiarità, l’avere in precedenza sofferto di tumore (del seno, dell’utero, del colon o del retto), l’età superiore a 55 anni e il fatto di non aver avuto nessuna gravidanza.

Cura e prevenzione

Quali sono le possibilità di sopravvivenza e le cure per il tumore delle ovaie? Generalmente, in questi casi, si interviene con un intervento chirurgico, la cui entità varia a seconda dello stadio di malattia (che influenza anche le possibilità di sopravvivenza). Questo intervento, però, non esclude il ripresentarsi del tumore, specie se non benigno. Per questo si consiglia, dopo l’intervento, una chemioterapia, che è tanto più importante quanto più è avanzato il tumore asportato. La radioterapia, invece, viene praticata solo a scopo palliativo sulle eventuali metastasi. Purtroppo, poi, ad oggi, non esistono programmi di screening scientificamente affidabili per la prevenzione di questa forma di tumore. Per favorire una diagnosi precoce, però, si consiglia di fare almeno una volta l’anno una visita dal ginecologo che esegue la palpazione bimanuale dell’ovaio e l’ecografia transvaginale di controllo.
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