Lezioni di omosessualità a scuola: la proposta di Scalfarotto

Lezioni di omosessualità a scuola
Lezioni di omosessualità a scuola

‘E’ indispensabile istituire lezioni di omosessualità sin dalle elementari’, queste le parole di Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd. Come avviene da lungo tempo nel programma scolastico inglese, dove si studia l’omosessualità anche attraverso la matematica, la geografia, la storia e la scienza, anche nel nostro paese dovrebbe essere inserito un programma del medesimo spessore.

‘Cosi’ come accade in altri Paesi come l’Inghilterra e la Germania, dove esiste un’educazione civica molto sensibile, anche in Italia è necessario e urgente avvicinare l’infanzia e gli adolescenti a questo tipo di argomenti, e sperimentare strumenti di formazione per gli insegnanti’.

Intervenuto a ‘KlausCondicio’, Scalfarotto ha sottolineato come l’Italia sia l’unico paese dell’Europa occidentale a non avere una legislazione che tuteli gli omosessuali:

‘La scuola rispecchia il Paese: siamo l’unico stato dell’Europa occidentale a non avere una legislazione di uguaglianza e di dignità degli omosessuali. In Italia, i figli di coppie omosessuali sono ormai 100mila, nelle nostre scuole elementari ce ne sono molti e gli insegnanti non ricevono una formazione adeguata per gestire questi fenomeni sociali. Mi sembra sbagliato lasciare gli insegnanti nel buio. Bisognerebbe avere dei programmi di formazione che spieghino loro il da farsi. Si fa negli altri Paesi, non vedo perché non possa farsi in Italia’.

Non è la prima volta che il vicepresidente del Pd, Ivan Scalfarotto ha messo in luce la propria posizione rispetto all’omosessualità. In occasione del matrimonio di Paola Concia, aveva indirizzato una lettera al direttore del quotidiano cattolico Avvenire (in risposta alle sue considerazioni circa il matrimonio gay), con parole inequivocabili e dure per un paese, il nostro, in cui l’omofobia è tanto diffusa da essere segnalata sulle guide turistiche più prestigiose e più vendute di tutto il mondo.

Mettere sullo stesso piano un rapporto d’amore e un omicidio dovrebbe far specie per primo a chi lo fa e al giornale che tale opinione pubblica senza spendere una riga per stigmatizzare un così vergognoso parallelo. Non potrebbe accadere in nessun giornale rispettabile di nessuna grande democrazia. L’omofobia si ciba di queste cose e chi se ne rende responsabile dovrebbe almeno rendersene conto.

Ho notato con sgomento che, in una delle lettere da lei pubblicate, un suo lettore ha addirittura equiparato il matrimonio civile tra omosessuali alla pena di morte: per il primo come per la seconda, a giudizio del suo lettore, se altri paesi ne sono provvisti non è detto che lo stesso debba accadere per l’Italia.

I paesi che hanno approvato leggi per riconoscere le unioni gay sono proprio quelli che, in generale, non fanno ricorso alla pena di morte, al contrario: gli stati più civili hanno approvato leggi sul matrimonio gay. L’Italia è invece nell’ottima compagnia delle peggiori dittature incluse quelle dove l’omosessualità è un crimine punibile, appunto, con la morte. Diciamo che in tema di coppie gay l’Olanda, la Svezia, la Germania e il Portogallo stanno da una parte; l’Iran, la Bielorussia, l’Uganda e la Corea del Nord da un’altra: mi dica lei in che gruppo si pone l’Italia…’

In Italia abbiamo certamente bisogno di lezioni di omosessualità a partire dai primissimi anni di scuola ma è altresì necessario preventivamente formare tutto il personale addetto all’educazione delle nuove generazioni, con l’obiettivo di sradicare totalmente il concetto di omofobia da quello che sarà il mondo di domani.

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