Sedurre un uomo con la tecnica del take away

Donna distesa su uno specchio di acqua
Donna distesa su uno specchio di acqua

Visti i tempi mi sono trovata costretta ad elaborare una mia personale teoria: quella del take away, o meglio, l’uomo da asporto. Ve la spiego. Funziona proprio come il comodo sistema appena menzionato con il quale si va al ristorante, si sceglie la pietanza da consumare, la si ordina e la si porta a casa. Tradotto: scovate un uomo interessante, lo seducete e lo portate a letto.

Se vi riesce, preferite la consegna a domicilio: non comporta l’incomodo di alzarvi dal divano. Care signore, qui bisogna adeguarsi. Non valgono più le regole di una volta: quelle fatte di tecniche di seduzione tramandate e consigliate dalle amiche in anni di evoluzione e giochi delle parti. Essere single oggi è difficile e, soprattutto, non è più come una volta! Per conquistare un uomo oggi, occorre porsi un po’ come la prima volta al volante di una macchina con l’istruttore di guida: la prima cosa che vi dicono, se già avete qualche confidenza con il mezzo, è: dimentica quello che hai imparato fin’ora. Gli uomini di oggi, care mie, non sono più quelli di una volta. La categoria di quelli sicuri, con una forte personalità, che nel bene o nel male sanno quel che vogliono non c’è più. O magari ci sono, ma si contano sulle dita di una mano.

E, di questa piccola percentuale, la maggior parte è già impegnata sentimentalmente nel 90% dei casi. Quello che è rimasto a noi single trentenni è lo scarto dello scarto, scartato accuratamente (scusate il gioco di parole). Ci ritroviamo ad aver a che fare con uomini insicuri che anche di fronte ad una proposta di una notte e via fuggono. E allora viene da chiedersi. Chi è cambiato in peggio: noi o loro? Noi che siamo diventate più aggressive, più determinate. O loro? Conigli travestiti da latin lover sfigati? Sono loro che non hanno approfittato di secoli di evoluzione, o noi che abbiamo aspettative troppo alte nei loro confronti?

La verità come al solito è nel mezzo. Se cerco di rispondere a queste domande mi diventa rovente il cervello. Non c’è via d’uscita. Si entra in un labirinto. Le curve della domanda e dell’offerta non si incontrano mai. Allora ecco che per sopravvivere, dandosi un tocco di leggerezza, occorre sdrammatizzare. Ed io lo faccio con il take away. Scelgo la pietanza e faccio di tutto perché venga a farsi consumare a casa mia! Certo si tratta sempre di un pasto fugace, ma lo stomaco resta comunque pieno…almeno fino a quando non mi torna l’appetito e la voglia di ordinare un’altra porzione!

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