L’omofobia è una malattia, altro che cura per i gay

omofobia
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C’è chi ancora si ostina a sostenere che per l’omosessualità ci sia una cura, chi crede che si tratti di una malattia, di una deformazione psicologica, le ricerche però sostengono che non si tratta di questo, si tratta di fattori ormonali, non di errori, ma di dati di fatto che determinano desideri sessuali specifici. Ad essere una malattia invece è l’omofobia, lo conferma uno studio portato avanti dal neuroscienziato di fama mondiale Gianluigi Gessa.

‘Studi scientifici hanno dimostrato che più forte è l’avversione verso gli omosessuali più è latente e inconscia l’attrazione verso di loro – afferma il dottor Gessa – se si vive ad esempio in un ambiente particolarmente ostile e conservatore è difficile, a volte impossibile, potersi esprimere. Da qui nascono nevrosi patologiche, stati di infelicità. La psicoterapia può svelarla e aiutare queste persone a vivere meglio e non esprimersi in modo dannoso proprio contro l’oggetto del loro desiderio’.

Il 17 maggio si è celebrata la Giornata internazionale contro l’omofobia e il dottor Gessa è intervenuto a Cagliari, presentando la sua tesi basata su delle ricerche fatte sul campo, innanzitutto dice ‘Non c’è niente che debba esser curato, se non l’ambiente ostile che si crea attorno a chi ha un diverso orientamento sessuale e non può decidere in santa pace di seguire i propri naturali impulsi. E’ questo che crea infelicità, l’iscrizione al genere maschilè avviene attraverso un ormone derivato dal testosterone che si produce nel feto. Dunque non c’è preghiera, farmaco, psicoterapia che possa modificare l’orientamento sessuale. Il nostro cervello, se non fosse per via degli ormoni, sarebbe femmina. La Bibbia dice che dio creò l’uomo e poi da una sua costola fece la donna. Le neuroscienze suggeriscono che prima creò la donna e poi con un’iniezione di testosterone creò l’uomo’.

Lo studioso ha anche riportato un elenco delle convinzioni errate più diffuse che riguardano l’omosessualità e la sua negazione, frutto di una cultura discriminatoria ancora molto diffusa, tra queste ecco ‘le cinque principali bestialità che albergano nella testa dell’omofobo: L’omosessualità è una volgare perversione, è contro natura, una malattia mentale che può essere curata, un peccato mortale, una scelta da scoraggiare’.

L’omofobia è dunque una malattia, una forma di nevrosi e va curata. In Italia la situazione, rispetto al resto dell’Europa, è ancora molto indietro su questo punto. Secondo i recenti dati ufficializzati dall’ISTAT il 40,3% degli omosessuali o bisessuali (che hanno partecipato al sondaggio) hanno dichiarato di essere stati discriminato a scuola o all’università (24% dei casi), mentre cercavano lavoro o mentre lavoravano (29,5% e 22,1%).

Fortunatamente il 74,8% degli italiani non pensa che l’omosessualità sia una malattia o che sia immorale (il 73%) o che sia una minaccia per la famiglia (74,8%), ma il 65,8% è d’accordo con l’affermazione ‘si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare’, gli usi comuni però ancora non eguagliano queste statistiche.

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