Quando si parla di contraccezione spesso c’è tanta confusione, soprattutto per chi è alle prime volte. Di metodi ne esistono tantissimi, da quelli naturali, preferiti e praticati da molti ma sul cui effetto ci sono seri dubbi, a quelli barriera per lui o per lei, fino ai metodi meccanici intrauterini che, in ogni caso non sono privi di effetti collaterali anche seri. Di certo, però, i metodi più utilizzati sono quelli ormonali, come la famosa pillola contraccettiva, ritenuta uno dei metodi più efficaci in assoluto. Che dire, però, della pillola post-coitale o del giorno dopo? Quanto ne sapete?
La pillola del giorno dopo è un vero è proprio farmaco, pensato per essere usato nelle cosiddette emergenze, ovvero nel caso in cui il preservativo si rompa o sia messo male o nel caso in cui ci sia un errore nell’assunzione della pillola anticoncezionale, ma che spesso, soprattutto dalle più giovani, ignare degli effetti collaterali e delle conseguenze, viene usato come vero e proprio metodo contraccettivo di routine.
Pillola del giorno dopo: principio attivo e funzionamento
Il principio attivo è dato da una miscela di ormoni sessuali di cui ne esistono fondamentalmente due forme: la versione originale, attualmente quasi in disuso, implicava alte dosi di estrogeni e di progestinico in due dosi a 12 ore di intervallo e il metodo più recente che prevede una dose di 1,5 milligrammi di levonorgestrel. Si tratta di un progestinico presente anche in molte pillole contraccettive, usata, però, ad un dosaggio ben maggiore che agisce secondo diversi meccanismi a seconda della fase del ciclo nella quale ci si trova. Viene assunto entro 72 ore dal rapporto a rischio e nel caso in cui non sia ancora avvenuta l’ovulazione, è in grado di bloccarla, impedendo quindi la possibilità che si abbia la fecondazione e il concepimento; in tal caso, quindi non si tratta di un farmaco abortivo in quanto impedisce a priori che si formi l’embrione, agendo come una classica pillola contraccettiva.
Secondo quanto sostenuto fino a poco tempo fa, invece, nel caso in cui l’ovulazione sia già avvenuta e quindi, potenzialmente anche la fecondazione, il levonorgestrel è in grado di realizzare modificazioni della mucosa uterina che si oppongono all’annidamento dell’uovo, impedendone l’impianto e quindi il prosieguo della gravidanza. È chiaro, dunque, che in questo caso si tratta di un metodo abortivo, dato, tra l’altro che è praticamente impossibile sapere se l’ovulazione è già avvenuta o meno. Nondimeno non va confuso con il Mifepristone, noto come RU-486, usato invece per l’interruzione volontaria di gravidanza che prevede tempi e modi di somministrazione diversi. Attualmente, però, l’OMS insieme alla FIGO, la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia, ha chiarito che la contraccezione di emergenza con Levonorgestrel ha dimostrato di prevenire l’ovulazione e di non avere alcun rilevabile effetto sull’endometrio (la mucosa uterina) o sui livelli di progesterone, quando somministrata dopo l’ovulazione. La pillola è inefficace dopo l’annidamento e non provoca l’aborto.
In definitiva, per l’OMS il problema etico non si pone con la contraccezione di emergenza, poiché
questa non provoca interruzione di gravidanza e quindi l’aborto una volta che è avvenuto l’impianto. Quello che accade prima dell’impianto non è dunque rilevante. In realtà tale confusione deriva dal fatto che il meccanismo d’azione della pillola di emergenza non è completamente definito: alcuni ritengono che la contraccezione di emergenza possa agire su alcune fasi del ciclo per esempio bloccando l’ovulazione, la fecondazione o il trasporto dell’ovocita fecondato. Altri ritiengono, come appare ragionevole considerando il noto effetto del progestinico sulla mucosa uterina nonchè l’elevato dosaggio del progestinico, che la contraccezione post-coitale renda abbia tra i suoi effetti anche il rendere l’endometrio inospitale all’impianto di un ovulo già fecondato.
Efficacia della pillola del giorno dopo
Un fattore limitante importante è la tempestività con cui la pillola viene assunta dopo il rapporto sessuale a rischio. Secondo uno studio dell’OMS su 5000 donne, il levonorgestrel assunto nei cinque giorni che seguono il rapporto a rischio diminuisce le probabilità di rimanere incinta andando dal 60% al 90% a seconda di quanto ritardo ci sia nell’assunzione del farmaco.
Di certo, dunque, con questo metodo vi è una maggiore possibilità di rischio di gravidanza rispetto agli altri contraccettivi, per cui la contraccezione di emergenza è destinata esclusivamente a casi urgenti e non è raccomandata come metodo di contraccezione regolare. Non dimenticate, poi, che come tutti i farmaci non è privo di effetti collaterali.
Pillola del giorno dopo: effetti collaterali e conseguenze
Gli effetti collaterali più comuni sono modesti e comprendono nausea, vomito, perdite ematiche, astenia e cefalea, anche se più si ricorre a questo farmaco, più aumentano i suoi effetti collaterali, in particolare per quanto riguarda la regolarità del ciclo mestruale. Ad oggi, però, il suo utilizzo ripetuto non sembra presentare rischi conosciuti per la salute.
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