Pubalgia: sintomi, rimedi ed esercizi, quali sono? Con il termine pubalgia si intende una sindrome dolorosa che colpisce la zona inguinale e/o pubica e/o la faccia interna delle cosce. Le cause di questo disturbo possono essere diverse; tra queste anche la gravidanza, dato il peso che il pancione esercita su questa particolare zona. Ma quali sono i sintomi e i rimedi in questi casi?
I sintomi da cui riconoscerla
Il sintomo classico della pubalgia è il dolore che interessa la regione pubica; questo dolore varia la sua intensità da un semplice fastidio (che compare in seguito alla sollecitazione estrema delle strutture tendinee, ad esempio in seguito ad attività fisica), sino ad arrivare ad un’intensità tale da interferire con le normali attività quotidiane. In alcuni casi, poi, il dolore da pubalgia è così forte da disturbare persino il sonno. Se il dolore è fisso nella zona del pube si parla anche di pubalgia cronica.
Le cause che la determinano
Oltre alla gravidanza (che determina un sovraccarico della zona del pube), tra le cause della pubalgia ci sono: le alterazioni della colonna dorsale e lombare, gli squilibri posturali, la scoliosi o l’iperlordosi, ma anche le malformazioni del ginocchio, una asimmetria degli arti inferiori (che determina una mancanza di livellamento del bacino), le malattie che interessano l’articolazione dell’anca e le lesioni delle articolazioni (che causano un sovraccarico funzionale). Infine, anche l’ernia inguinale, può determinare la pubalgia.
Rimedi ed esercizi per curarla
Come curare la pubalgia? In questi casi si può intervenire nello stadio acuto con farmaci antinfiammatori, per ridurre il dolore. In alternativa, allo stesso scopo, si può ricorrere alla crioterapia. Al di là di queste terapie d’urto, però, è necessario intervenire sulle cause che generano la pubalgia e quindi risolvere a monte il problema, per evitare che si ripresenti. In questo senso, anche gli esercizi mirati, possono aiutare a risolvere il problema. In questi casi si consiglia di camminare sul tapis roulant e di allungare i muscoli adduttori, addominali e flessori dell’anca. Successivamente si può passare ad un’attività fisica che preveda la mobilizzazione della zona pelvica e lombare. Di seguito si procede con il potenziamento delle coppie muscolari, con uno stretching globale e si può praticare anche la corsa. Si possono eseguire, a scopo riabilitativo, anche esercizi propriocettivi su varie superfici e si possono provare diversi tipi di corsa (rettilinea, curva, con cambi di direzione) e differenti tipi di arresto (eseguendo andature varie). Ovviamente, gli esercizi e la palestra, potranno essere eseguiti solo dopo il superamento della fase acuta caratterizzata dal dolore. In ogni caso, per approntare la giusta terapia, il consiglio è quello di rivolgersi ad un ortopedico o a un fisioterapista.